Il testo di scena del mese di ottobre
Napoli
milionaria!
di Eduardo de Filippo
…a
proposito dell’opera
Opera composta nel 1945 e andata in
scena per la prima volta al Teatro San Carlo di Napoli il 25 marzo 1945. Quando
Eduardo iniziò a scrivere “Napoli Milionaria”,
all’inizio del 1945, la città era uscita ,da poco più di un
anno,dall’ incubo dei bombardamenti: vi erano macerie materiali e morali,
fame, miseria, disperazione, disordine. La storia racconta di un povero
abitante del basso napoletano (Gennaro Jovine) e della sua famiglia,
sopravvissuta agli stenti della guerra, ma ora in difficoltà per le
conseguenze. Dopo l’arresto del capofamiglia in seguito ad un sopraluogo
della polizia, iniziano le mille avventure della famiglia Jovine: la moglie
Amalia inizia ad intrattenere un'amicizia, non solo d'affari, con il giovane
Errico Settebellizze, mentre la figlia Maria Rosaria rimane incinta di un
soldato americano, e il figlio diventa ladro d'auto. Gennaro Jovine ritorna
improvvisamente dalla prigionia, mentre tutto il vicolo festeggia a casa sua il
compleanno di Errico. Nell'euforia generale nessuno vuole ascoltare le sue
vicende. Gennaro abbandona il pranzo e va a vegliare Rituccia, la figlia
più piccola, gravemente ammalata. A fornire la medicina giusta
sarà il ragionier Spasiano, a cui Amalia, con la borsa nera, ha tolto
ogni bene: "ha da passà 'a nuttata" per superare la crisi di
Rituccia, della famiglia, di Napoli.
L’opera è stata portata al successo nella versione
cinematografica interpretata da Totò nel 1950.
…a proposito
dell’autore
Nato a Napoli il 24 maggio del 1900,
figlio naturale dell'attore Eduardo Scarpetta e di Luisa De Filippo, egli
debutta nel 1904 come giapponesino ne "La geisha", firmata da suo
padre. Nel 1914, entra in pianta stabile nella compagnia del fratellastro e vi
rimane fino al 1920, anno in cui viene richiamato alle armi: nel 1922,
terminato il servizio militare, riprende a calcare con regolarità i
palcoscenici. Nel 1931, insieme ai fratelli Peppino e Titina, forma la compagnia
del "Teatro Umoristico I De Filippo", che durerà fino al 1944:
in questo periodo, egli licenzia come autore opere del valore di "Natale
in casa Cupiello" (1931) e "Chi è cchiù felice ‘e
me?" (1932), mentre inizia una intensa attività cinematografica con
"Tre uomini in frack" (1932) di Mario Bonnard, seguito da "Il
cappello a tre punte" (1934) di Mario Camerini e "Quei due"
(1935) di Gennaro Righelli. Nel 1945, scrive "Napoli milionaria" e
consuma una definitiva rottura, per dissapori artistici, con Peppino; dipoi,
egli dà vita alla Compagnia di Eduardo, che rappresenta nel 1946
"Questi fantasmi" e di lì a poco, con esiti trionfali,
"Filumena Marturano", destinato a divenir cavallo di battaglia della
grande Titina. Seguono altri capi d'opera: "Le bugie con le gambe
lunghe" (1947), "La grande magia" (1948), "Le voci di
dentro" (1948), "La paura numero uno" (1951) vanno ad arricchire
un repertorio sempre più fuori dell'ordinario, mentre al cinema si
succedono "Assunta Spina" (1948, di M. Mattoli), "Napoli
milionaria" (1950), "Filumena Marturano" (1951), "L'oro di
Napoli" (1954, di V. De Sica), "Fantasmi a Roma" (1960, di A.
Pietrangeli). Nel 1958, viene rappresentata a Mosca, con la regia di R.
Simonov, "Filumena Marturano"; nel 1962, è la volta de
"Il sindaco del rione Sanità". Nel 1964, egli scrive
"L'arte della commedia", che viene paragonata a
"L'impromptu" di Molière; nel 1973 mette in scena "Gli
esami non finiscono mai" e, nel medesimo anno, all'Old Vic di Londra viene
rappresentata "Sabato, domenica e lunedì", con la regia di
Franco Zeffirelli e l'interpretazione di Laurence Olivier. Nel novembre del
1980, gli viene conferita la laurea in lettere honoris causa
dall'Università di Roma e, nel 1981, è nominato senatore a vita:
nel 1984, Eduardo si spegne a Roma.