Il testo di scena del mese di marzo

 

Edipo a Colono

 

di Sofocle

 

 

a proposito dell’opera…

 

le fonti suppongono che sia stata scritta attorno al 423 a.C, ma l’unica certezza storiografica è la sua rappresentazione nel 401, dopo la morte dell’autore. Il successo del testo è dato dal tema storico ed umano ripreso nei secoli successivi da altri autori, quali Seneca, Gide il più recente Pisolini. La trama, in breve, è la seguente. Un oracolo aveva annunciato che, nel conflitto in corso a Tebe tra Eteocle e Polinice, avrebbe vinto la parte che avrebbe riportato Edipo (vivo o morto). Nel frattempo Edipo aveva viaggiato per la Grecia con la figlia Antigone (l'unica, della sua discendenza, che aveva saputo alleviare, con la propria giovinezza, le sue sofferenze). Ora i due giungono nel boschetto sacro delle Eumenidi presso Colono. Tutto sembra tranquillo e sereno ma irrompono sulla scena personaggi di disturbo. Scocca infine l'ora del trapasso. Accompagnato da Teseo, Edipo si inoltra nel boschetto. Si sente il rumore di un tuono, la voce di Zeus che chiama a sè Edipo, e si vede una luce, ed Edipo che si avvia solo, senza più bisogno di una guida, verso il luogo del suo trapasso. Ma la sua non sarà una vera morte: nell'Ade la sua natura eroica continuerà ad agire beneficamente proteggendo per sempre Atene da ogni nemico. Messaggio: la sofferenza porta alla redenzione. L'uomo, per salvarsi, deve accettare passivamente i dettami religiosi. La conciliazione con dio è la strada della redenzione.

 

 

a proposito dell’autore…

Sofocle nacque ad Atene nel 497 a.C. da una famiglia appartenente alla ricca borghesia mercantile. A diciassette anni fu prescelto, forse per la sua abilità nella danza e nella musica, a guidare il coro dei giovani che cantò il peana per la vittoria di Salamina nel 480. Nel 468, trionfando su Eschilo, ebbe il suo primo successo come drammaturgo, con una tetralogia di cui faceva parte il Trittolemo. In seguito, durante le rappresentazioni ufficiali di tragedie, conseguì numerose altre vittorie, tra cui quella con l'Antigone nel 442 e quella con il Filottete, nel 449, a ottantotto anni. Nella sua lunga vita, che gli procurò fama e ricchezze, ricoprì importanti cariche pubbliche, fu circondato di simpatia e godette della stima dei contemporanei, tra cui Euripide, Aristofane, Erodoto. Le tragedie superstiti di Sofocle sono sette: Aiace, Elettra, Edipo Re, Antigone, Trachinie, Filottete, Edipo a Colono. Ci sono pervenuti frammenti di due drammi satireschi: i Segugi e l'Inaco