SAN BERNARDINO
ALLA CASCINA DEI POVERI via Cascina
dei Poveri
La Cascina dei Poveri, sita al
confine con il territorio di Gallarate, oggi abbandonata come un rudere,
eppure affollatissima fino a pochi decenni fa, è così denominata perché
era proprietà della benemerita Scuola dei Poveri, un ente assistenziale
il cui patrimonio immobiliare è confluito in quello dell 'Ospedale
civico. Una antica, tenace tradizione vuole che nel primo nucleo di
questa cascina sia nata, secoli fa, la Beata Giuliana. La chiesa,
favorita da un lascito testamentario del notaio Francesco Crespi, venne
costruita tra il 1663 e il 1667, benedetta nel 1668 e subito dotata di
inessa festiva, completata della sagrestia nel 1684, mentre il
campaniletto è del Settecento. La dedica è a San Bernardino da Siena,
che è titolare di altre chiese nei luoghi abitati lungo l'attuale
Sempione a ricordo della toccante predicazione eh'egli profuse nell'anno
1418 o 1419. Trattasi di un edifìcio estremamente semplice: la facciata
a capanna presenta, sotto il frontone triangolare, un arco cieco tra
lesene marginali, l'aula rettangolare ha il soffitto a cassettoni, il
presbiterio originario doveva avere copertura a vela in muratura. E'
attestato un restauro del 1894. Poi, nel 1920 - erano gli anni in cui
abitavano alla cascina ben 400 persone - la chiesa venne allungata, con
ricostruzione della sagrestia e retrocessione del presbiterio: così si
trovò a sporgere dalla geometria quadrilatera della cascina. Spopolatasi
questa intorno al 1970, tutto cadde in abbandono. Nel 1971 ignoti
asportarono la pala d'altare raffigurante la Madonna con Bambino tra i
beati Bernardino e Giuliana. Dopo di che, il Comune, proprietario di
parte della cascina, pensò bene di salvaguardare in altra sede (oggi nel
Museo civico) gli altri dipinti e oggetti della chiesa. Ora è avviato il
restauro di essa: è destinata a diventare sala polifunzionale.
|