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I bruscíti

 

Cont’ul bursén bèl pién,

  andì a pruédi

  indul beché.(1)

Tué capèl da predi,

tampétu e füstèl.

Carni da manzu,

    non da vaca,

    e nanca da purscèl!

Par giónta a vaca,

     a l’é legnùsa e düa

E nan pai ball masnàa!
Se da non va rifílan

    par bona, a remundüa.(2)

Al dì d’incoêu,

bisoêugna vès balòssi,

par riscià non

    da purtà a cà i
 scalòssi. (3)

Se par fà a pulénta

     a g’ha voêui ul paioêu,

     par fà i bruscíti,

     taiài a tuchetìti

     grosi tème un fasoêu,

     a sa droêua ul stuén, (4)

         cont’ul so cuèrciu.

I g’han da coêusi

    par almàn dü ui

    dasadàsi, piàn pianén,

    cont’ul bütéi, a panscèta,

    un po’ d’ai e u erbabòna,

    ligàa ‘nd’un sachetén,

    a sá e ul pevar,

         (da pevar però pocu,

         dumà un cai presén!)

Dopu, candu cha in scasi coti

    al pontu giüstu,

         a sò sguriàa da ven.

I bruscíti fèi inscì,

    a sa mangian da güstu.

    Val garantísu men!

A l’è par chèl che a Büsti

    ul re di piati,

    par grandi e pisciníti,

    a l’é un bell tondu

    da pulénta e bruscíti!

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Angolo della poesia bustocca

a cura di Gigi Bolla

 

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   Pulénta e bruscíti     A Pulénta               Bruscíti
                                                              (in questa pagina)

 

 1) Beché” macellaio.

 2) Remundüa” carne dura, di scarto.

 3) “Scalòssi” carne di cavallo o di asino .

 4) Stuén” casseruola di terracotta. 

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I bruscíti

 

Con il borsellino pieno,

andate a far la spesa

dal macellaio.

Prendete cappello di prete,

tampetto e fustello.

Carne di manzo,

non di vacca

e nemmeno di maiale!

Per di più la vacca,

è legnosa e dura.

E assolutamente non macinata!

Altrimenti vi rifilano

per buona, carne dura e di scarto.

Al giorno d’oggi,

bisogna essere furbi,

per non rischiare

di portare a casa

carne di cavallo o d’asino!

Se per fare la polenta

ci vuole il paiolo,

per fare i bruscíti,

tagliati a pezzettini

grossi come un fagiolo,

si adopera la casseruola di terracotta,

col suo coperchio.

Devono cuocere

per almeno due ore

adagio adagio, piano piano,

con il burro, la pancetta,

un po’d’aglio e i semi di finocchio,

legati in un sacchettino,

il sale e il pepe,

(di pepe però poco,

solo qualche pizzico!)

Dopo, quando sono quasi cotti

al punto giusto,

la sua spruzzata di vino.

I bruscíti fatti così,

si mangiano con gusto.

Ve lo garantisco io!

E’ per questo che a Busto

il re dei piatti,

per adulti e bambini,

è un bel piatto

di polenta e bruscíti